VANGELO (Mt 11,28-30)
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
“Venite a me, voi tutti, che siete stanchi e oppressi, e io vi ristorerò.”
Signore credo che tu mi ristorerai, ne sono certa.
L’hai fatto tante volte, anche se non sempre ti ho ringraziato, perchè davo per scontate certe cose che oggi più che mai ho capito scontate non sono.
Quante volte mi sono rivolta a te e ho trovato risposta!
Ma il cammino è duro e spesso le tue risposte tardano ad arrivare.
La stanchezza è tanta e si accumula sulle spalle, cadiamo e non riusciamo a rialzarci. Lo so Signore che stai alla porta e bussi, che basta fare un piccolo sforzo per abbandonare la sedia dell’autocommiserazione e venire ad aprirti.
Che bello sarebbe che tu entrassi senza pregarti!
Voglio mettere la chiave fuori della porta, mio Signore, perchè tu la apra quando e come ti pare.
C’è stato un tempo in cui ero molto malata e non mi potevo alzare per andare ad aprire.
Abbiamo deciso, quando non c’era nessuno, di lasciare la chiave nella toppa, nella speranza che qualcuno, bussando e non trovando risposta, non se ne andasse e mi lasciasse sola.
Incuranti del rischio che poteva venire qualche malintenzionato, l’abbiamo fatto per anni.
Non è successo per tua grazia, Signore.
Ripensando a quei giorni, mi commuovo.
Se tu entri e ti fermi non ho nulla da temere.
Tu mi difenderai da ogni male.
Oggi sono affaticata e stanca e ho bisogno del tuo ristoro.
Entra ti prego: ho lasciato la chiave nella toppa come ai tempi in cui non ti conoscevo.