padri e figli
Eucaristia
” Io li guarirò dalle loro infedeltà”(0s 14,15)
Ho tanto dolore Signore per la malattia del corpo che non riesco a debellare.
Tu mi dici che mi guarirai dalla mia infedeltà.
Ma non è questo che oggi io voglio, desidero.
Sembra assurdo che tu alla mia preghiera risponda in modo così distante da ciò che mi sembra il mio bisogno primario.
Mi guardo dentro, m’interrogo e mi chiedo quali sono i miei bisogni primari.
Tu Signore sei il mio primo e indiscusso bisogno, senza di te morirei.
Non riesco a staccarmi da te, non riesco a prescindere da te e cerco in tutti i modi di mantenere salda la mia fede, la fiducia in te che hai fatto bene ogni cosa e che vuoi per noi il meglio, vuoi che stiamo bene non solo per un piccolo periodo di tempo ma per tutta la vita.
Mi chiedo in cosa ti sto offendendo, di quale colpa mi sto macchiando perchè tu mi prometta una guarigione dalle mie infedeltà.
Tu un corpo mi hai dato e so che su questo corpo è scritto di fare il tuo volere.
E’ possibile Signore che il tuo volere è che io stia sempre così male?
Che la mia vita sia una continua guerra dolorosa, senza esclusione di colpi, una guerra da cui esco sempre più malconcia, ferita, umiliata e delusa?
Possibile che la vita sia questo calvario, questa eterna quaresima, che a me non è dato di godere del frutto della tua eterna misericordia?
Mia madre mi affidava sempre i compiti più difficili, onerosi, di responsabilità perchè diceva che ero brava e perchè di noi fratelli ero la più sana e la più affidabile.
Ieri sentivo un grande bisogno di coccole, perchè non ricordavo di averne ricevute nè da piccola nè da grande.
Ad una persona forte non si fanno le coccole ma i complimenti.
E io di complimenti ne ho avuti tanti fino a quando le persone si sono stancate e hanno dato per scontato tutto di me non facendomi più esistere a meno di usarmi per i loro desiderata.
Ma tu sei Dio, tu mi hai creato, tu mi hai partorito, tu Signore mi hai pensato e amato prima che i miei pensassero a me.
Tu sei mio Padre, tu Signore mi hai dato la vita non per togliermela ogni giorno, ma per renderla piena, perfetta e santa.
Io sono tua Signore non dimenticarlo, sono tua figlia, gregge del tuo pascolo, la vigna che ti sei piantato, la pecorella smarrita, il figliol prodigo, il fico sterile a cui intorno hai smosso la terra per dissodarla.
Tu sei morto per me e mi hai riportato in vita.
Signore riconosco le mie colpe, il mio peccato mi sta sempre dinanzi, ma ora non puoi negare che ce la sto mettendo tutta con il tuo aiuto per camminare sui tuoi sentieri, per non perdere neanche una delle parole che escono dalla tua bocca.
Da quale infedeltà vuoi guarirmi?
Io soffro come una bestia, come una bestia sono portata al macello, nessuno ha pietà di me.
Neanche tu Signore?
Non posso crederci.
Dammi una risposta ti prego, perchè la carie è entrata dentro le mie ossa e il mio corpo va in decomposizione per il troppo dolore.
Il mio corpo è il tuo corpo, il mio dolore è il tuo dolore.
Me lo ripeto spesso, come non voglio mai dimenticare che sei mio Padre.
Fammi riposare un poco Signore, l’agonia è troppo lunga, il deserto sterminato. Fammi guarire Signore, toglimi questa spina dal fianco e fammi vivere una vita normale.
Signore ti prego, se questo dolore serve a qualcosa, prendilo e benedicilo, se ti è utile usalo per combattere la bestia che vuole cancellare la tua immagine nel mondo. L’Eucaristia diventi scuola di vita, liturgia perenne alla tua scuola.
“Egli tornerà ad avere pietà di noi”( Mt 7,19)
Sacerdozio
“Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato”(Eb 5,5)
TU SEI NOSTRO PADRE
da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti.
Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,
tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.
Mai si udì parlare da tempi lontani,
orecchio non ha sentito,
occhio non ha visto
che un Dio, fuori di te,
abbia fatto tanto per chi confida in lui.
Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia
e si ricordano delle tue vie.
Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato
contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
Siamo divenuti tutti come una cosa impura,
e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;
tutti siamo avvizziti come foglie,
le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si risvegliava per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
tutti noi siamo opera delle tue mani.
(Is 63,16-17.19; 64,2-7 )
Il Papà di tutti i papÃ
Oggi festa di tutti i papà non posso non pensare a Chi ci ha creati, al "Papà di tutti i papà", come lo chiama Giovanni.
E fargli gli auguri con le parole che ci ha insegnato Gesù, il nostro Fratello maggiore.
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo Nome,
venga il tuo Regno,
sia fatta la tua Volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
P.S. La seconda parte è un pò interessata, ma Lui capisce.
Se…
Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".
Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E – quel che è di più – sei un Uomo, figlio mio!
(Rudyard Kipling)
Io sono il Signore Dio tuo
Matteo 16,24-28 – Che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».
"Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua."
Rinnegare se stessi non è facile, è estirpare con la grazia del sacramento battesimale, il peccato originario.
Accettare regole imposte dall’alto non ci piace, specialmente se non capiamo perchè dobbiamo rispettarle e non conosciamo chi ce le impone.
Gesù è venuto a svelarci i misteri del regno, a mostrarci il volto del Padre, ma bisogna seguirlo sulle strade che ci indica, specie quelle in salita, come il Tabor, il Getzemani, il Golgota, il monte delle beatitudini.
Conoscere Gesù è la via che conduce alla verità tutta intera di un Dio che ha fatto bene ogni cosa.
Adamo ed Eva vollero prescindere da chi ne sapeva più di loro su come far durare in eterno la permanenza dell’uomo nell’Eden, la casa di Dio, destinata non solo a loro, ma a tutte le generazioni future.
Adamo ed Eva vollero fare di testa loro, come spesso capita anche a noi, pensando di saperne più del Padreterno sul nostro futuro, sulla qualità e sulla durata della nostra vita.
Agiamo come se dovessimo vivere in eterno, ma facciamo tutto il contrario per raggiungere lo scopo.
Oggi il Vangelo ci invita ad assumerci le nostre responsabilità sul destino individuale e comunitario, chiedendoci di portare ognuno la propria croce, vale a dire il sì alla volontà di Dio, che è volontà di bene per ogni creatura.
Vi sto insegnando?
Vi sto insegnando?
Stanotte sono tornato tardi! Sono venuto nelle vostre stanze e sono rimasto un po’ a guardarvi. Vi sto trascurando in questo periodo e sto rischiando di far passare il messaggio che i miei impegni sono più importanti di voi. Non è così e sono grato a Dio perché ci siete e perché siete la cosa più bella che a me e a mamma potesse capitare. Piano piano, continuando a guardarvi, l’inquietudine ha preso il posto della gratitudine. Mi inquietano e mi intimoriscono le tragedie di queste settimane. Mi spaventa pensare a quanta strada ha fatto Caino fino ad Erika. Mi intimorisce il moltiplicarsi degli incidenti sulle nostre strade. Mi strazia pensare alla morte di bravi ragazzi e al dolore dei genitori alcuni dei quali conosco e voglio bene.
Ho cominciato a pregare!
Ho pregato per loro, per voi, per me.
Ho pregato che il ritmo della morte non si interrompa traumaticamente. Se muore prima il nonno, poi il padre e poi il figlio la vita e la morte hanno riservato un grande privilegio. 11 figlio morto prima del padre è contro natura.
Ho pregato di potervi essere accanto fino a quando sarete capaci di farcela da soli per capire qualcosa in più sul mistero della vita e della morte.
Pensando a Caino, a Omar e ad Erìka mi sono chiesto che cosa vi sto insegnando.
Vi sto insegnando a riconoscere ciò che passa da ciò che è duraturo? Ciò che illude da ciò che fa crescere? Ciò che seduce da ciò che è importante?
Vi sto insegnando ad aprire il cuore a Dio? Ad aprire il vostro cuore? Ad appassionarvi per gli altri? A non coltivare pregiudizi e odio?
Vi sto insegnando a sentire compassione per il dolore? A godere del vostro successo? A non invidiare il successo dei vostri amici e a provare la gioia di condividerlo ?
Vi sto insegnando a contare sulle vostre forse e nello stesso tempo a chiedere sostegno quando sperimentate di non farcela da soli?
Vi sto insegnando a guardare oltre i confini per esplorare nuovi territori e ammirare nuovi orizzonti? A chiedervi perché siete al mondo e a cercare il progetto che Dio ha pensato per voi?
Vi sto insegnando a saper godere delle cose senza essere schiavi delle cose, senza far diventare il denaro e le quotidiane eccitazioni i vostri padroni?
Vi sto insegnando che l’amicizia, l’affetto, la stima, l’onore, la verità, la dignità non hanno prezzo e che solo essi riempiono l’anima e vi fanno sentire vivi?
Vi sto insegnando a non dire si con le labbra se il vostro cuore vuole dire no? A esprimere i vostri sentimenti? A piangere se siete tristi? A proteggervi se siete .spaventati? Ad arrabbiarvi se alcune cose non vanno?
Vi sto insegnando che ci vuole più coraggio ad avere paura che a fare finta di ignorarla, che essere forti non significa perdere il contatto con le proprie fragilità, esaltarsi o disprezzarsi, essere superuomini o superdonne, ma creature?
Vi sto insegnando che se commettete degli errori non vuol dire che siete sbagliati?
Vi sto insegnando a dedicarvi tempo per riposare, per rilassarvi, per contemplare, per entrare in contatto con l’anima, il mondo, Dio?
A non armarvi di cinismo, di indifferenza, di abbandono, di disperazione, ma ad indossare lo scudo della fede?
Vi sto insegnando… ma io tutto ciò l’ho appreso?
So che dal pozzo della vita ho tirato un secchio con poca acqua. Mi piace però pensare alla possibilità di tirare il secchio insieme a voi.
Mi interrogo, vi interrogo e prego!
Prego di abbandonare l’illusione di controllare la mia e la vostra vita e l’illusione di sapervi proteggere totalmente. I ceffoni della vita a volte arrivano inaspettati. Mi aggrappo alla speranza che quello che tento di insegnarvi possa farvi da "casco" protettivo.
Prego perché possa imparare a fidarmi di me; perché riesca a testimoniarvi che ho fiducia in voi; perché possiamo conservare il gusto della vita che rimane bella nonostante i ceffoni, e perché cresca la fede in Dio che è Signore della morte, ma innanzitutto Signore della vita.
T. SOLARINO, Cosa conta?…, op. cit., pp ;5-39.