figli
Terra promessa
LETTERA DI ABRAHAM LINCOLN ALL’INSEGNANTE DI SUO FIGLIO…
Caro professore, lei dovrà insegnare al mio ragazzo che non tutti gli uomini sono giusti, non tutti dicono la verità;
ma la prego di dirgli pure che per ogni malvagio c’è un eroe, per ogni egoista c’è un leader generoso.
Gli insegni, per favore, che per ogni nemico ci sarà anche un amico……
e che vale molto più una moneta guadagnata con il lavoro che una moneta trovata.
Gli insegni a perdere, ma anche a saper godere della vittoria, lo allontani dall’invidia
e gli faccia riconoscere l’allegria profonda di un sorriso silenzioso.
Lo lasci meravigliare del contenuto dei suoi libri, ma anche distrarsi con gli uccelli nel cielo,
i fiori nei campi, le colline e le valli.
Nel gioco con gli amici, gli spieghi che è meglio una sconfitta onorevole di una vergognosa vittoria,
gli insegni a credere in se stesso, anche se si ritrova solo contro tutti.
Gli insegni ad essere gentile con i gentili e duro con i duri e
a non accettare le cose solamente perché le hanno accettate anche gli altri.
Gli insegni ad ascoltare tutti ma, nel momento della verità, a decidere da solo.
Gli insegni a ridere quando è triste e gli spieghi che qualche volta anche i veri uomini piangono.
Gli insegni ad ignorare le folle che chiedono sangue e a combattere anche da solo contro tutti, quando è convinto di aver ragione.
Lo tratti bene, ma non da bambino, perché solo con il fuoco si tempera l’acciaio.
Gli faccia conoscere il coraggio di essere impaziente e la pazienza di essere coraggioso.
Gli trasmetta una fede sublime nel Creatore ed anche in se stesso, perché solo così può avere fiducia negli uomini.
So che le chiedo molto, ma veda cosa può fare, caro maestro.
Comunicazioni non verbali
Ne è nata una disputa sulla liceità di indire assemblee in tempi non consoni alle attività lavorative dei genitori
Meno male che ci sono i nonni, che nessuno ha nominato nella suddetta diatriba.
Quando i sogni si avverano
Agosto 2002
Febbraio 2011
Ora sei diventato un vero lupetto.
AUGURI GIOVANNI!
Programmi
Questa sera mio figlio, dopo essersi ripresi i bambini, è rientrato di nuovo a casa nostra (ci abita di fronte): tra le mani il maglioncino viola acquistato di recente.
"Mamma hai un programma per lavare a mano separatamente? Io non ce l'ho. Nè ho roba dello stesso colore da metterci insieme.Te lo lascio"
Se n'è andato prima che riuscissi a rispondergli .
Sono qui che mi chiedo dove ho sbagliato.
Buone vacanze
Sono partiti per le vacanze. Da tempo aspettavo questo momento.
Ho paura di rimettere in ordine i giochi sparsi per terra e sulle poltrone. Anche il tavolo su cui lavoro è pieno di fogli e di colori, disegnati, scarabbocchiati, in attesa.
Ho paura che, cancellando le tracce del loro passaggio, il vuoto diventi incommensurabile e io sia incapace di gestirlo.
"Dio non mi basti", mi verrebbe da dire, perchè attraverso i suoi angeli mi invia messaggi di tenerezza.
E' quando rimani solo che ti accorgi di quanto siano importanti le persone, anche quelle per cui fatichi, che pretendono tanto, troppo da te, quelle che ti fanno arrabbiare, che non hanno pietà di te.
Ti accorgi di quanto hai bisogno di quella fatica per dare un senso alle tue giornate, di quei sì all'amore che ti uniscono a Dio, di quelle "adorabili canaglie" che ti fanno vivere nell'inferno per prepararti il paradiso.
Grazie Franco, grazie Monia perchè continuate ad affidarmi i vostri bambini.
Io non so se l'avrei fatto, visto come sono messa.
Voglio ringraziare il Signore perchè tutto questo è opera sua.
L'abbraccio
Un giorno che Giovanni, il mio nipotino, stava male ha detto: "Forse mi passa se abbraccio qualcuno!"
L’abbraccio è quando scopri il petto e dici:" Io mi fido di te".
Buona giornata.
I figli sono come aquiloni
Questo è il dono che mi sono riportata dall'incontro sulla genitorialità che ha organizzato la nostra Diocesi e che voglio condividere con voi
"Il nido vuoto": quando i figli se ne vanno
"Siamo diventati nonni": Nuova forma di fecondità in età avanzata
Perchè mi cercavate?
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli.
E lui disse:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farvi simili a voi:
La vita procede e non s’attarda sul passato.
Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere;
Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell’arco
GIBRAN