sangiovanni
Partì solo
rti momenti abbiamo bisogno di gesti di amore, non tanto di soluzioni ai nostri drammi, risposte ai nostri perchè.
Giustizia
ANGELI
Giovanni 1,47-51
In quel tempo, Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”.
Natanaele gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico”.
Gli replicò Natanaele: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!”.
Poi gli disse: “In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo”.
“Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo”.
Vuoi guarire?
Era un giorno di festa per i Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Vi è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzata, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo disteso e sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: “Vuoi guarire?”. Gli rispose il malato: “Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me”. Gesù gli disse: “Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. E sull’istante quell’uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo guarito: “È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio”. Ma egli rispose loro: “Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina”. Gli chiesero allora: “Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?”. Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: “Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio”.
Quell’uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Spesso capita di attribuire agli altri la responsabilità dei nostri fallimenti.
Il guardare a ciò che non ci viene dato, ci porta ad essere scontrosi e infelici, ad isolarci dal mondo e a precluderci qualsiasi possibilità di vita.
” Vuoi guarire?” chiede Gesù al paralitico.
Sembra una domanda paradossale, rivolta ad un uomo che da 38 anni (il tempo in cui il popolo d’Israele vagò nel deserto, senza ascoltare la voce del Signore) giace paralizzato sul suo lettuccio.
Eppure la risposta ci mostra che l’uomo ha perso di vista il suo obbiettivo: quello di muoversi.
Infatti risponde accusando gli altri del proprio stato.
Gesù, invitandolo ad alzarsi, a farsi carico della sua infermità, non fa che metterlo di fronte alla sua responsabilità di scegliere, senza aspettare che altri lo facciano al suo posto.
La prima esperienza che fa il protagonista del racconto è quella di uno sguardo, di una vicinanza, di una parola che lo invita a cambiare posizione.
Chi gli parla è Gesù, il figlio di Dio, che non conosce, come vedremo, ma che gli comunica l’amore dal quale si sentiva escluso.
L’esperienza dell’amore di Dio trasforma la nostra inadeguatezza paralizzante in occasione per accogliere la grazia rigenerante che, togliendoci dall’isolamento, ci rende fecondi.
Liberaci dal male
(Gv 17,11-19)
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:]
«Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità»
" Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno"
Gesù prega perchè noi viviamo e testimoniamo la fede nel mondo senza isolarci dai nostri fratelli, senza cercare oasi di silenzio e di perfezione destinate ai buoni e ai bravi.
La parola di verità renderà liberi gli uomini di muoversi anche in mezzo ai serpenti.
La richiesta di Gesù diventa nostra, quando concludiamo la preghiera che ci ha insegnato, chiedendo al Padre di liberarci dal male.
Non vi lascerò orfani
(Gv 14,15-21)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
" Non vi lascerò orfani"
Che bella parola quella chei ci presenta la liturgia odierna!
Gesù ci rassicura, dicendoci che non ci lascerà orfani, che ci manderà un altro consolatore.
Se è vero quello che dice, e chi l'ha incontrato non ha dubbi, i fortunati siamo noi che possiamo godere della sua presenza sempre, non dovendo arrampicarci sugli alberi, precederlo sull'altra riva, affrontare la fatica di tre giorni di viaggio per mangiare dopo averlo ascoltato.
Gesù ci promette un servizio 24 ore su 24, perchè in qualsiasi momento lo possiamo chiamare, invocare, pregare.
Ma ciò che è più importante essere nutriti del pane e della parola.
Grazie Gesù per questo incommensurabile dono che ci hai lasciato, dono per tutta la vita e oltre, grazie perchè abbiamo bisogno di chi ci consoli nel dolore, nei fallimenti, nella fine di quanto abbiamo di più caro.
Scendi con potenza, Signore, su tutti gli uomini, fà che ognuno percepisca quanto sia importante fidarsi di te, quanto sia dolce lasciarsi amare da te.