dono
” e anche a te una spada trafiggerà l’anima”
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Parola del Signore
Mamma
Epifania
I muri bianchi e disadorni non attirarono il mio sguardo per apprezzare le opere d’arte di cui spesso le chiese sono ricolme, né mi attrasse la gente che, rada, occupava i banchi e con la quale mi mischiai, non senza pregiudizio.
Non mi distolse dai miei pensieri il loro abbigliamento, né i canti che salivano stonati dalla navata, né l’aspetto, né l’eloquio del sacerdote che celebrava la Messa.
Non fui consolata neanche dallo scambio del segno della pace, perché il mio compagno di banco nel frattempo si era assopito.
Ricordo il buio e il freddo della chiesa, ricordo le orecchie tese a non lasciarmi sfuggire una parola di tutto ciò che il sacerdote diceva, ricordo i miei occhi sgranati a riempirmi di quello scampolo di vita che bene o male veniva a popolare il mio mondo, ormai tutto vuoto e che pensavo morto per sempre, ricordo tutti i miei sensi protesi a carpire qualcosa da poter portare con me una volta che la funzione fosse finita e anche i battenti di quel luogo si fossero chiusi.
“L’uomo crede di essere Dio, ma non é Dio”.
Fu allora che il mio sguardo si posò sul crocifisso che campeggia sopra l’altare… Approdata finalmente nel porto, potevo guardare il mare in tempesta e senza paura osservare le onde che si alzavano e si inabissavano, senza che un brivido freddo impietrisse le membra ed il cuore. Potevo nuotare nel mare calmo della mia Chiesa, incurante che l’acqua bagnasse i capelli, che la testa non rimanesse sospesa sopra la vita, che sola fluiva all’interno di quell’oceano che mi aveva scoperto le sue meraviglie.
Quel Dio per tanti anni cercato nei libri, nelle dispute dotte, nella profondità dei cieli infiniti, l’avevo trovato nel mio limite, finalmente accettato, nel mio consapevole bisogno d’aiuto.
Doni
Una simpatica leggenda natalizia narra che tra i pastori che accorsero la notte di Natale ad adorare il Bambino ce n’era uno tanto poverello che non aveva proprio nulla da offrire e si vergognava molto.
Giunti alla grotta, tutti facevano a gara a offrire i loro doni. Maria non sapeva come fare per riceverli tutti, dovendo tenere in braccio il Bambino.
Allora, vedendo il pastorello con le mani libere, prende e affida a lui Gesù. Avere le mani vuote fu la sua fortuna e, su un altro piano, sarà anche la nostra.
“Quando non abbiamo niente da portare, è allora che portiamo Cristo nella sua interezza”
L’arcobaleno, dono per tutti
domenica 12 gennaio 2014
L’arcobaleno: dono per tutti
Il primo lo abbiamo trovato attaccato alla porta della nostra camera.
e poi moltiplicati nelle case illuminate dal Sole, nell’icona del convegno…
li abbiamo visti uscire dalle plafoniere della grande sala….
incollati ai pilastri…
Sul quaderno degli esercizi |
nel segno che ci è stato donato
nel canto di un’adorazione eucaristica del tutto speciale
nelle famiglie lì convenute
Ci abbiamo camminato sopra
nella forza della preghiera coniugale
Nell’Ostia bianca che forava la notte
Nel tenero abbandono di un bimbo sulla spalla del padre
nella gioia del pastore che si univa al canto dei bambini
E sarà festa grande quella a cui siamo chiamati, festa di nozze eterne, di eterna gioia, come ha concluso don Renzo Bonetti con l’ultimo intervento.
Una mattina con Giò
Questa mattina è venuto Giovanni a farci compagnia, mi viene da dire adesso, ma solo qualche ora fa avrei detto che non bastava prendermi cura di Gianni, c’era anche lui che sarebbe arrivato puntuale alle 8.
Avevo fatto appena in tempo a rubarmi una Messa alla Cappellina dell’Ospedale, che non è cosa da poco, specie in certi frangenti.
La scuola è chiusa e alle 10 deve essere portato dalla pediatra per il certificato di buona e sana costituzione fisica, visto che a giorni partirà per la sua prima vacanza di branco.
Dicevo che la giornata si presentava difficile, dopo una notte di insana follia per via dei dolori che mi si sono attaccati anche al cervello.
Non sapevo come occuparlo e d’altra parte avevo bisogno estremo di aiuto.
Gli ho messo in mano il piumino della polvere e l’ho pregato di aiutarmi, perchè il nonno, con la gamba ingessata non può farlo per un po’.
Ha preso l’incarico come un mandato e senza battere ciglio si è fatto tutte le camere non senza sacrificio e fatica, visto che non è abituato.
Mentre lo vedevo portare a termine il servizio con tanta accuratezza mi è balenata l’idea di ricompensarlo in qualche modo, ma subito ho scacciato dalla mente la tentazione.
Avevo letto che i bambini non vanno pagati se danno una mano in casa.
Giovanni mi ha letto nel pensiero e mi ha detto, spiazzandomi:” nonna non voglio essere ricompensato per quello che sto facendo, perchè è “un amore”, vale a dire “un onore”.
“Qualcuno me l’ha suggerito”, ha aggiunto, quando ha visto nei miei occhi brillare una lacrima di commozione.
«Perfino i capelli del vostro capo sono contati;non abbiate timore:voi valete di più di molti passeri!»(Mt 10,30-31), era l’antifona alla Comunione.
Il regalo
BUONA DOMENICA DELLE PALME
Questo è un regalo dei miei nipotini,
Il primo di questo tipo.
Perciò oggi è un giorno molto, molto speciale.
Chi crede nel Signore vedrà la sua salvezza (Salmo 116)
L'immagine l'ho presa, senza chiedere il permesso, dal blog di Riccardo, perchè sono una frana a fare le foto.
La Parola di Dio scritta sul sasso che se per 6 anni rimase seppellito nel mio cassetto, non sapevo che avrebbe fatto tanta strada, quando a Loreto ce la consegnarono a conclusione di una settimana di spiritualità coniugale.
La regalai a Riccardo, quando venne a trovarmi, non avendo niente altro da dargli in cambio della gioia di quell'incontro che da virtuale stava diventando reale.
Grazie Gesù, perchè vieni alla luce
ogni volta che ci spogliamo di qualcosa.
Grazie perchè continui a nascere
anche quando non ti facciamo spazio
e ti releghiamo in un cassetto.
BUON NATALE a tutti gli amici
Non ricordo che forma avesse il salvadanaio che trovai il giorno della Befana di 60 anni fa.
Ricordo la delusione cocente perchè era vuoto e io non sapevo neanche che forma avessero i soldi.
L'ho portato con me il giorno delle nozze e l'ho condiviso con Gianni.
In questo Natale davanti a Gesù vogliamo deporre quel salvadanaio che un tempo mi parve una beffa, un dispetto di chi me lo aveva regalato.
Dentro c'è la zolla di terra che Dio ci ha chiamato a dissodare insieme per accogliere il Suo Seme gettato dal cielo.
Antonietta e Gianni