profezie
Il testimone
Lo Sposo
Santa Caterina da Siena (Nozze mistiche)
«Ecco lo sposo! Andategli incontro!» (Mt 25,6)
Giovanni ha un’idea della Chiesa che a prima vista può sembrare stravagante, come apparve a me la prima volta che lo sentii dire che, se stavo in Chiesa con Gesù, sicuramente mi stavo sposando.
Eravamo a Loreto quando accadde.
Aveva da poco compiuto due anni e ce n’era voluta per staccarci da lui che non voleva ce ne andassimo in vacanza.
La vacanza, come la chiamava lui, in verità era un’opportunità che stavamo cogliendo per fare la revisione sul nostro progetto matrimoniale, sulla nostra relazione sponsale.
Una settimana di ritiro nella casa del RNS Sacra Famiglia di Nazaret a Loreto per prepararci alla preghiera di effusione di coppia.
Era la prima volta che il RNS si cimentava quella che era la scoperta della grazia sacramentale.
Giovanni era troppo piccolo per capire cosa stavamo facendo, del resto non l’avevamo capito neanche noi.
Giovanni però ha colto nel segno quando alla sua domanda: “Dove state ?” ho risposto
“In Chiesa, con Gesù”
“Allora nonna Etta si sta ‘pposando!”.
Mi è venuto naturale consigliare a mio figlio di portare questo bambino in Chiesa non solo in occasione dei matrimoni.
Solo oggi mi rendo conto di quanto avesse ragione. Lo sposo è Lui, il Signore e se siamo con Lui sparisce ogni altra persona.
(Mt 11,25-30)
In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Sacerdozio
“Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato”(Eb 5,5)
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Rifiuti
lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
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Leggendo questo passo del Vangelo, mi è venuto in mente subito quanto sia dolorosa l’esperienza del rifiuto, dell’aggressione, della negazione della verità che portiamo dentro.
Ci sentiamo molto più spesso vittime della malafede altrui, della cattiveria, arroganza, ipocrisia della gente,dell’indifferenza e del tradimento degli amici più cari, piuttosto che i carnefici di tante persone che condanniamo a morte quando decidiamo di dare un taglio a certe amicizie scomode, a certe relazioni difficili, a certe alleanze squilibrate.
A volte vittime, ma più spesso carnefici vorremmo, Signore, che tu non passassi oltre, che ti fermassi un po’ di più con noi che abbiamo bisogno di vedere, toccare, capire chi sei veramente.
Aiutaci Signore ad avvicinarci a te senza pregiudizi, cercandoti nella nostra insignificante quotidianità.
Aiutaci a riconoscere la scintilla divina che brilla in ogni uomo e saremo salvi.