giustizia
Giustizia
Dimoreranno nella propria terra (Ger 23,8)
Ai nostri governanti
LA RICERCA DELLA SAPIENZA
Il giudizio del Signore su chi esercita il potere
Ascoltate dunque, o re, e cercate di comprendere;
imparate, o governanti di tutta la terra.
Porgete l'orecchio, voi dominatori di popoli,
che siete orgogliosi di comandare su molte nazioni.
Dal Signore vi fu dato il potere
e l'autorità dall'Altissimo;
egli esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi:
pur essendo ministri del suo regno,
non avete governato rettamente
né avete osservato la legge
né vi siete comportati secondo il volere di Dio.
Terribile e veloce egli piomberà su di voi,
poiché il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto.
Gli ultimi infatti meritano misericordia,
ma i potenti saranno vagliati con rigore.
Il Signore dell'universo non guarderà in faccia a nessuno,
non avrà riguardi per la grandezza,
perché egli ha creato il piccolo e il grande
e a tutti provvede in egual modo.
Ma sui dominatori incombe un'indagine inflessibile.
Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole,
perché impariate la sapienza e non cadiate in errore.
Chi custodisce santamente le cose sante
sarà riconosciuto santo,
e quanti le avranno apprese vi troveranno una difesa.
Bramate, pertanto, le mie parole,
desideratele e ne sarete istruiti.(Sap 6,1-11)
Gli operai dell'ultima ora
Matteo 20,1-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna.
Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono.
Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto.
Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.
Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.
Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?
Così gli ultimi saranno i primi e i primi, gli ultimi”.
Siamo invidiosi di quello che hanno gli altri, senza guardare a quello che noi gratiutamente riceviamo ogni giorno.
Gesù ci destabilizza con le sue parabole paradossali in cui tutto è rovesciato e il buon senso va a farsi benedire.
Mi sono fermata a riflettere sulla parola "buono" che compare anche nella storia del giovane ricco.
"Uno solo è buono", dice Gesù all'aspirante discepolo e si capisce che sta parlando di Dio, di sommo Bene, di Giustizia infinita.
In fondo quello che fa Dio è simile a quello che fanno tutti i genitori.
Quando muoiono, i loro beni vengono divisi equamente tra i figli, a prescindere dalla data di nascita.
Se ci pensiamo bene chi nasce prima è fatto partecipe dai genitori di quei beni per più tempo.
Così prendere consapevolezza di vivere nella gratuità del dono fatto ad ogni battezzato, porta al servizio gioioso nella casa di chi ci ha dato la vita e continua a darcela attraverso i doni dello Spirito.
Il già e il non ancora caratterizzano l'esperienza dell'operaio della vigna del Signore, che vive un anticipo di paradiso.
Per quanto riguarda la ricompensa del nostro servizio ,l'eredità a noi promessa è Lui stesso: Amore infinito, che, per quanto uno lo voglia dividere, sempre infinito rimane.
Per Eluana
Accogli, Signore, la causa del giusto,
sii attento al suo grido.
Porgi l’orecchio alla sua preghiera:
sulle sue labbra non c’è inganno.
Venga da te la sua sentenza,
i tuoi occhi vedano la giustizia.
Custodisci Eluana come pupilla degli occhi,
proteggila all’ombra delle tue ali,
di fronte agli empi che la opprimono,
ai nemici che l’ accerchiano.
Essi hanno chiuso il loro cuore,
le loro bocche parlano con arroganza.
Eccoli, avanzano, la circondano,
puntano gli occhi per abbatterla;
simili a un leone che brama la preda,
a un leoncello che si apposta in agguato.
Sorgi, Signore, affrontalo, abbattilo;
con la tua spada scampala dagli empi,
con la tua mano, Signore, dal regno dei morti
che non hanno più parte in questa vita.
Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre
se ne sazino anche i figli
e ne avanzi per i loro bambini.
Ma Eluana per la giustizia contemplerà il tuo volto,
al risveglio si sazierà della tua presenza.
(Dal Salmo 16)
La fede che sposta le montagne
Luca 17,1-6
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai”.
Gli apostoli dissero al Signore: “Aumenta la nostra fede!”. Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe”.
Signore aumenta la nostra fede!
Aprici gli occhi, Signore, a vedere le cose al posto giusto nel momento giusto.
Fà che non pensiamo che i miracoli consistono nello sradicare piante o muovere montagne, ma nel vedere te all’opera in ogni cosa che ci circonda, in ogni situazione che ci troviamo a vivere.
Fà che ciò che ci accade sia sempre segno del tuo passaggio, fondamento di speranza, testimonianza di amore.
Aiutaci a guardare le cose con occhi nuovi, a non desiderare di cambiare la nostra vita e la nostra storia se ad illuminarla ci sei tu.
Aiutaci a vedere il bene nella malattia e nella morte, nel tradimento e negli ostacoli che si frappongono alla realizzazione dei nostri progetti.
I nostri desideri siano i tuoi, Signore
Anche quando le risposte tardano a venire, disponi, ti prego, il nostro animo all’attesa silenziosa, umile e paziente.
Fà che ti chiediamo ciò che hai già preparato dalla notte dei tempi per ognuno di noi.
S.GIUSEPPE
Mt 1,17.18-21.24
Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.
Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.
Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo.
Giuseppe era un uomo giusto, dice il Vangelo. Il primo frutto della giustizia nel Vecchio come nel Nuovo Testamento non è l’osservanza della Legge, ma il servizio alla persona, che significa amare senza giudicare.