vita cristiana
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Credere
I più diffidenti sembrano proprio gli apostoli, tanto che Gesù va di persona a confermare ciò che di lui dicono le donne o i discepoli di Emmaus.
Anche oggi la fede si scontra con l’incredulità della gente, specie quella di chiesa quando non vede esaudite le proprie preghiere, quando non vede i miracoli, quando si fa un dio a sua immagine e somiglianza, quando gli vuole insegnare il mestiere.
Terra promessa
Preghiera di coppia
Questa mattina, poichè il caldo non ci faceva dormire, abbiamo deciso di andare al mare molto presto, per godere della fresca brezza del mattino, appena il sole spunta sull'acqua.
Ci siamo portati i libri delle lodi per farle insieme, come ci eravamo proposti a Loreto, anche se il luogo non ci sembrava il più adatto per questo genere di cose.
Ma la spiaggia era quasi deserta a quell'ora e non ci è sembrato un azzardo.
Tacitamente eravamo d'accordo che se fosse passato qualcuno (abbiamo l'ombrellone vicino alla passerella), ci saremmo fermati.
Ma l'idea di andare a prendere il fresco non è venuta solo a noi, così ben presto abbiamo visto venire gente.
L'istinto di tacere, mentre si avvicinavano gli intrusi è stato grande, ma più grande è stato il desiderio di continuare a lodare il Signore senza vergogna, convinti che a scandalizzare c'è già chi ci pensa.
Quando abbiamo finito, invece di riporre i libri nella borsa, li abbiamo messi in bella mostra sul ripiano dell'ombrellone, insieme al quotidiano che ci eravamo portati da leggere.
Chissà se qualcuno si è interrogato sul senso di quello che stavamo facendo.
Sfòrzati di presentarti davanti a Dio come un uomo degno di approvazione, un lavoratore che non ha di che vergognarsi, uno scrupoloso dispensatore della parola della verità.
(2Timoteo 2,15)
Provvidenza
Per due che fanno fatica a muoversi, ecco la messa provvidenziale con possibilità di parcheggio vicino all'altare.
NOI
Fuochi
“ Quel che mi fa capire se uno è passato attraverso il fuoco dell'amore divino non è il suo modo di parlare di Dio, ma il suo modo di parlare delle cose terrene.”
Simone Weil
Lo spirito e la legge
Questa mattina avevo deciso di non andare a messa. La nebbia si tagliava con il coltello, io non mi sentivo bene e non potevo permettermi il lusso di stare peggio, visto che questo pomeriggio devo affrontare un viaggio.
Ho pensato che avevo tutte le ragioni per rimanere a casa e sentirmi la messa alla radio.
Del resto questa notte avevo meditato abbondantemente la Parola di Dio, tanto che ci volevo fare un post sulla legge e sullo spirito della legge.
Poi mi sono ricordata delle parole di don Ermete.
"La Parola di Dio in un contesto liturgico opera efficacemente, perchè poi diventa pane che ci nutre e che ci rende capaci di nutrire anche gli altri".
Così sono andata alla Basilica della Madonna Addolorata, che ha le messe a tutte le ore e che è frequentata da persone di ogni specie.
Quelo che colpisce è il numero dei cosiddetti semplici in pianta stabile, che dall'abbigliamento e dai modi fanno capire che sono fuori di senno.
Poco prima che entrasse il sacerdote, una di queste si è staccata dai banchi e si è stesa per terra, davanti all'altare, aderendo con tutto il suo corpo al freddo marmo del pavimento, per un tempo a mio parere interminabile.
Ho sperato che qualcuno al posto mio la dissuadesse dal rimanere in quel luogo e in quella posizione, perchè era disdicevole e poi era tardi.
La messa stava per cominciare.
Nessuno si è mosso.
La donna ha continuato il suo rito e con calma si è spostata prima al lato sinistro, poi al centro, poi al lato destro dell'altare, genuflettendo entrambe le ginocchia e baciando la terra su cui era poggiata la Mensa Eucaristica.Infine si è diretta al tabernacolo e ha fatto una genuflessione ancora più profonda, più prolungata, e più appassionata, come il bacio che ha impresso su qulla terra sacra e benedetta.
"Lo sapevo che andando avrei imparato qualcosa di più", mi sono detta, quando ho sentito forte il desiderio di poter fare altrettanto senza vergogna.
KAIRE
Questa notte ho ripensato a quando la malattia mi aveva isolato dal mondo, quando la solitudine non scelta mi schiacciava, quando la parola di Dio sembrava rivolta ad altri.
Ricordo che a svegliarmi furono le parole scritte sul calendario liturgico ” liberaci dal male”di quella giornata speciale.
Era prossima l’alba.
Mi misi a recitare il Padre Nostro, per vedere se succedeva qualcosa, con la consapevolezza sempre più tangibile che stavo combattendo con il nemico della gioia, ii nemico che mi stava convincendo a gettare la spugna.
Pensai che, se avevo sbagliato strada, dovevo ricominciare da capo.
Mi rivolsi a Maria. “Tu sì che capisci tuo figlio” le dissi. ” tu solo mi puoi insegnare la via dell’amore”
Sentii riecheggiare nella stanza quel” kàire, rallegrati!” che l’angelo le rivolse e che percepii in quel momento rivolto a me.
Oggi, festa dell’Immacolata, quel “kàire”, l’ho sentito risuonare più forte.
Rallegrati, non perchè sei bella, sei brava, sei buona, rallegrati perchè io ti amo, perchè sei mia, perchè sono con te sempre, anche quando non riesci ad amare, a dare, anche quando non ne hai voglia e desideri attenzioni solo per te.
Ti amo sempre e comunque.
Smetti di pensare a quello che devi fare e vivi la tenerezza del mio sguardo poggiato sulle tue ferite, sulle tue deformità.
La pecora madre nella quale ti sei sempre identificata può rientrare nell’utero di Chi l’ha generata per poi venire alla luce di nuovo, ed essere portata in braccio come un agnellino appena nato.
Is 43, 1
Così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele: Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.
Anniversario
Daniela e Lucio Antonietta e Gianni
Poiché ci siamo sposati Daniela e Lucio il 12 settembre 1971 e Gianni ed io il 13, vogliamo oggi, domenica, inizio del tempo nuovo (kàiros), insieme ringraziare il Signore per il DONO che ci ha fatto durante il cammino, regalandoci giorno per giorno ciò di cui avevamo bisogno per continuare il percorso senza che ci si sia logorata la veste e si siano gonfiati i piedi.
«Baderete di mettere in pratica tutti i comandi che oggi vi do, perché viviate, diveniate numerosi ed entriate in possesso del paese che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri.
Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna (man hu?, che cos’è?), che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
Il tuo vestito non ti si è logorato addosso e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant’anni» (Dt 8,2-4).